Lontano e misterioso
Di Plutone sappiamo molto poco, e le informazioni principali le abbiamo dalle osservazioni condotte dai telescopi sul nostro pianeta o dal telescopio spaziale “Hubble”. La sua orbita è fortemente ellittica, a differenza di quella dei pianeti del Sistema Solare, e per completare un giro intorno al sole impiega quasi 248 anni. La sua distanza minima dalla nostra stella è pari a circa 30 volte la distanza che c’è la Terra e il Sole. Dalle osservazioni ottenute finora si stima che Plutone abbia un diametro di circa mille chilometri, circa il 70% di quello della Luna. Le immagini ad alta risoluzione del telescopio spaziale “Hubble” hanno mostrato alcuni particolari sulla superficie di Plutone, fra cui regioni più chiare che potrebbero essere completamente ghiacciate. A quella distanza infatti il Sole è solamente una stellina, e le temperature alla superficie si aggirano sui -230 °C. Le informazioni che possediamo sono di tipo generale, ma restano da capire ancora moltissimi aspetti del sistema di Plutone e delle sue cinque lune, Caronte, Nix, Hydra, Cerbero e Styx. Non è ad esempio chiaro come si sia formato questo pianeta nano, o come sia fatta la sua superficie o la sua atmosfera. Studiare oggetti così distanti dal Sole potrebbe inoltre aiutarci a capire meglio anche la formazione del nostro Sistema Solare. Dopo l’incontro con Plutone infatti, New Horizons si dirigerà verso altri corpi celesti simili, appartenenti alla cosiddetta Fascia di Kuiper.
Immagine di Giove e dei suoi satelliti ripresa dalla New Horizons il 24 gennaio 2007, da una distanza di 57 millioni di chilometri (NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute)
Come un pianoforte
Per risolvere questi misteri è nata quindi la sonda New Horizons, lanciata il 19 gennaio 2006 dalla base di Cape Canaveral in Florida. Per dimensioni e forma, la sonda assomiglia a un pianoforte, a cui è collegata un’antenna da circa 2 metri di diametro per le comunicazioni a terra. Nel corso del suo lungo viaggio verso Plutone, New Horizons ha effettuato un incontro ravvicinato con l’asteroide 132524 APL nel giugno 2006 e con Giove nel settembre dello stesso anno. In particolare, l’incontro con Giove è servito alla sonda per avere una spinta in base all’effetto della “fionda gravitazionale”. Nella parte restante di viaggio, la sonda è stata mantenuta prevalentemente in ibernazione, e riattivata solo in alcuni brevi periodi. Il vero e proprio “risveglio” della New Horizons, in preparazione all’incontro con Plutone, è avvenuto lo scorso 6 dicembre. Da quel momento, gli strumenti sono stati man mano riattivati e la sonda ha iniziato a inviare nuovi dati e nuove immagini. Pochi giorni fa, gli scienziati della NASA hanno reso noto che ora la sonda può ottenere immagini con una risoluzione superiore a quanto sia mai stato possibile fare con il telescopio spaziale “Hubble”. Dalla sua distanza attuale di quasi 25 milioni di chilometri, la New Horizons può ora regalarci immagini mai ottenute prima di Plutone, fra cui uno spettacolare “ritratto di famiglia” di Plutone con le sue lune reso pubblico dalla NASA pochi giorni fa. Ora il team di New Horizons si prepara all’incontro con Plutone, e sul sito del Jet Propulsion Laboratory è possibile seguire in diretta la posizione della sonda, che si avvicina sempre più a questo lontanissimo corpo celeste. Per la prima volta nella storia, stiamo davvero arrivando alle porte di Plutone.