Raccomandazioni sanitarie a parte. Sappiamo tutti cosa sta accadendo in questi giorni quindi non siamo qui a farvi la paternale intergalattica (non è da noi!).
Il nostro compito è sempre quello di allietare gli animi, soprattutto in un periodo come questo… e quindi tornando alla nostra amata Fantascienza, come è meglio salutare oggi? Ci potrebbe essere un momento di imbarazzo… figuriamoci un bacio o un abbraccio.. ma neanche la stretta di mano… e quindi? L’unica via è il saluto vulcaniano! (la sanno lunga questi Vulcans)
Non solo il saluto è elegante (anche se richiede un po’ di pratica) ma è un ottimo augurio per questi tempi difficili perché auspica LUNGA VITA E PROSPERITA’!
Inoltre venne usato da Spock per dire addio al suo amico e capitano Kirk nel suo sacrificio per salvare l’equipaggio dell’Enterprise. In quel momento divenne anche un simbolo dove “Le esigenze dei molti contano più delle esigenze dei pochi”… Vediamolo come un incoraggiamento a tutti gli operatori sanitari che si stanno facendo il mazzo per tutti noi!
qui di seguito il video “tutorial” del miglior vulcaniano di sempre!
La scena viene poi riproposta nel film “Star Trek: into darkness” ma con i ruoli invertiti.
Il film è anche da ricordare per la (breve) apparizione di Alice Eve in lingerie.
Che c’entra con il CoronaVirus ? Beh è una esortazione a tenersi lontani dal peccato, dalla fornicazione, dalla promisquità.. vabbè, almeno ci rifacciamo gli occhi. Usate il buonsenso, statevene a casa vostra ed evitate i contatti (con Alice Eve), almeno per il momento (ve piacerebbeeeeee..!!!).
Star Trek è un fenomeno di cui ci si ricorda ancora oggi a quasi 50 anni di distanza dalla serie originale in cui, per la prima volta apparve il vulcaniano Spock.. Lui è la prima immagine che salta in mente pensando a Star Trek, il personaggio iconico per eccellenza…(ancora più del capitano James T. Kirk). Leonard Nimoy fu interprete del famoso Mr Spock, metà umano e metà alieno, con le sue orecchie a punta, le sopracciglia all’insù e il saluto con indice e medio separati da anulare e mignolo, la mano alzata mentre pronuncia le parole: “Lunga vita e prosperità”. (live long and prosper)
Leonard Nimoy è mancato venerdì mattina, nella sua casa di Bel Air, sulle colline di Los Angeles, a causa di una malattia polmonare che lo affliggeva da tempo. Aveva 83 anni ed aveva accanto la moglie Susan Bay Nimoy. Aveva annunciato l’anno scorso di essere affetto dalla malattia (la broncopneumatopatia cronica ostruttiva che blocca progressivamente il flusso di ossigeno ai polmoni) che imputava ai decenni di consumo indiscriminato di sigarette, abitudine che comunque aveva cessato 30 anni fa. Lo aveva annunciato su Twitter lo stesso Nimoy a febbraio del 2014 commentando: “non fumate!” e poi ancora “comunque troppo tardi”.
Il suo ultimo tweet è commovente: “La vita è come un giardino. I momenti perfetti ci sono, ma non possono essere conservati, eccetto che nella memoria. LLAP (live long and prosper)”
Ora sono pochi i protagonisti della storia originali rimasti in vita, tra cui il capitano Kirk, William Shatner che lo ricorda come uno di famiglia “Lo amavo come un fratello. Ci mancherà la sua ironia, il suo talento e la sua capacità di amare”.
La sua casa era un museo, dedicato alla fotografia, la sua ultima passione. Fotografava modelle grasse e nude. “Donne molto interessanti, che non sono spaventate da qualche chilogrammo di troppo “. Nonostante una carriera artistica molto varia, era anche fotografo, musicista, regista e poeta, il suo nome e il suo volto hanno finito per essere associati per sempre a quel personaggio televisivo dalle orecchie a punta, ma a Nimoy andava bene così: “Non mi dispiace essere associato a Star Trek, anzi, – aveva detto in una delle sue ultime interviste – Ne sono sempre andato fiero. Quello era uno show che generava domande e trattava di temi come il razzismo, la geopolitica, le relazioni internazionali, le guerre culturali, l’ambiente. Mi ha sempre stimolato questo aspetto della mia professione”.
Nato a Boston, il 26 marzo del 1931, Nimoy amava raccontare la sua infanzia povera: “Da ragazzo sono cresciuto a Boston, in un piccolo appartamento. Ci vivevamo in sei, i miei nonni, i miei genitori, mio fratello e io. Ricordo che un Natale chiesi a miei il dono di un trenino. Era il mio sogno, ma loro mi dissero che non c’era abbastanza spazio. In verità non c’erano abbastanza soldi. Ho raccontato la storia a mia moglie e dieci anni fa, per il mio compleanno, mi ha fatto trovare questa sorpresa. Un trenino. Mi ha commosso”. Anche i primi anni a Los Angeles furono duri: “Ero già sposato con due figli e non riuscivo a mantenermi solo con il lavoro d’attore. Ho fatto anche il tassista. Ho consegnato giornali, pulito piscine e vasche per i pesci. Facevo tutto ciò che potevo fare per mantenere dignitosamente la mia famiglia. Solo con Star Trek è arrivata la tranquillità economica”. Pubblicò due biografie, nel 1977, dal titolo “Non sono Spock” e nel ’95, intitolata “Sono Spock”. “Ho avuto una vita molto fortunata e molto piena, ho diretto in televisione e al cinema ho recitato a Broadway, ho fatto tutto quello che potevo fare”.
Nimoy stesso ha parlato di un legame fra la sua infanzia e la figura di Spock, che nella serie originale era l’unico alieno fra l’equipaggio della nave Enterprise: «nonostante Spock fosse uno “diverso” da molti punti di vista, manteneva comunque il suo punto di vista sulle cose. Era uno strano, ma con dignità. Ci sono molti pochi personaggi che riescono ad avere quel tipo di orgoglio, controllo di sé e schiettezza. La maggior parte di essi sono stati interpretati da Humphrey Bogart».
Dopo la fortunata serie classica che, tuttavia fu sugli schermi per soli 3 anni, Nimoy continuò a interpretare il suo personaggio più famoso, Spock, doppiandolo nella serie animata di Star Trek (Star Trek: The Animated Series) e interpretandolo in due episodi della serie Star Trek: The Next Generation e nei sei film di Star Trek con il cast originale della serie televisiva. Quando nel 2009 J. J. Abrams riportò Star Trek sul grande schermo, con Zachary Quinto a interpretare un giovanissimo Spock, volle anche Nimoy sul set. Interpretava Spock in un più lontano futuro. L’ultimo suo ruolo risale al 2013, nell’ultimo capitolo della saga Star Trek into the darkness.
Il presidente Barack Obama e sua moglie Michelle si sono uniti “alla famiglia, agli amici e agli infiniti ammiratori a cui oggi manca davvero tanto”. In un comunicato diffuso dalla Casa Bianca, il presidente ricorda quando nel 2007 ebbe l’occasione di incontrare Nimoy di persona. “Era logico accoglierlo con il saluto di Vulcan, il segno universale di ‘lunga vita e prosperità’ e dopo 83 anni su questo pianeta, e le sue visite in molti altri, è chiaro che Leonard Nimoy ha avuto proprio questo”, afferma ancora Obama.
Noi vorremmo ricordarlo non solo come nella foto qui sopra, ma anche come l’eroe di due mondi, diviso tra logica e passione e nel suo splendido saluto… Ci mancherai Spock… non potremo più dirti lunga vita e prosperità ma.. il tuo lascito ti ha reso ora immortale.
A cyclone is a low-pressure area of winds that spiral inwards. Although tropical storms most often come to mind, these spiraling storms can also form at mid- and high latitudes. Two such cyclones formed in tandem south of Iceland in November 2006.
This illustration depicts a hypothetical uneven ring of dust orbiting KIC 8462852, also known as Boyajian's Star or Tabby's Star. Astronomers have found the dimming of the star over long periods appears to be weaker at longer infrared wavelengths of light and stronger at shorter ultraviolet wavelengths.
The STS-129 crew members posed for a portrait following a joint news conference on Nov. 24, 2009, with the Expedition 21 crew members (out of frame) on the International Space Station. Pictured (clockwise) from bottom left are astronauts Charles O. Hobaugh, commander; Mike Foreman, Leland Melvin, Robert L. Satcher Jr. and Randy Bresnik, all mission […]